
Rischio incendio, l’autocombustione del fieno e dei cereali
Uno dei principali rischi alla quale gli agricoltori debbono prestare massima attenzione è la fase di stoccaggio delle balle di fieno all’interno dei capannoni.
Le balle di fieno sono pacchi compatti di fieno, solitamente rettangolari o rotondi, utilizzati per alimentare gli animali da allevamento, soprattutto durante la stagione fredda.
Le balle di fieno vengono fatte tramite un processo che inizia con lo sfalcio e l’essiccamento dell’erba, per poi essere raccolte e pressate in balle compatte. Il fieno, ottenuto dallo sfalcio e dall’essiccamento dell’erba, viene rastrellato in file e poi raccolto e pressato in balle utilizzando un’imballatrice o pressa. Questa macchina raccoglie e comprime il fieno in balle di varia forma, legate con fili di ferro, nylon, reti o teli prefabbricati.


Il fieno, indipendentemente dalle modalità di confezionamento adottate (rotoballe o balle prismatiche), può essere stoccato con diverse modalità a seconda della disponibilità e della tipologia dello stoccaggio. Differenti sono le tipologie di deposito che si riscontrano nelle aziende agricole:
- depositi costituiti da tettoie prive di qualsiasi parete di tamponamento;
- depositi costituiti da tettoie con pareti di tamponamento su tre lati;
- depositi completamente chiusi su tutti i lati e presenza di portoni e finestre;
- depositi al chiuso di vecchia generazione, sopraelevati o a livello del terreno, ristrutturati o riconvertiti allo stoccaggio delle balle;
- depositi temporanei all’aperto con telo di copertura in materiale plastico.
La tipologia di deposito disponibile condiziona le modalità di impilamento che si possono adottare e influisce senza dubbio sulle difficoltà operative e sui rischi che si possono presentare.

Differenza tra paglia e fieno
La principale differenza tra paglia e fieno sta nella loro composizione e utilizzo. La paglia è costituita dagli steli essiccati dei cereali, mentre il fieno è composto da erba essiccata. La paglia viene spesso utilizzata come lettiera per animali o per altri scopi non alimentari, mentre il fieno è un alimento per gli animali, ricco di nutrienti.

🔥 Come avviene l’autocombustione del fieno
L’autocombustione del fieno è un fenomeno ben noto in agricoltura e rappresenta una delle principali cause di incendi nei fienili. Si verifica quando il fieno viene raccolto e stoccato con un’umidità troppo elevata, portando a una reazione esotermica che può culminare nell’innesco spontaneo del materiale.
- Fieno troppo umido (oltre 20-25%)
-
- Il fieno dovrebbe essere raccolto con un’umidità inferiore al 15-18%.
- Se viene raccolto o stoccato umido (es. dopo una pioggia o non ben essiccato), si crea un ambiente favorevole alla proliferazione microbica.
- Fermentazione microbica
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- I batteri termofili (es. Bacillus spp.) iniziano a decomporre la materia organica del fieno, generando calore.
- Questo processo può far salire la temperatura a 40–60 °C nelle prime ore o giorni dopo lo stoccaggio.
- Ossidazione termica
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- Se il calore non si dissipa (massa troppo grande, scarsa ventilazione), può innescarsi l’ossidazione dei composti organici, come la lignina e la cellulosa.
- A temperature superiori ai 70–80 °C, può scattare una reazione a catena che porta all’autocombustione.
- Innesco
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- Quando la temperatura supera i 130–150 °C, il fieno può prendere fuoco senza bisogno di una scintilla esterna.
Fasi della temperatura del fieno a rischio
Temperatura interna |
Stato del fieno |
Rischio incendio |
< 50 °C |
Normale fermentazione |
Basso |
50–70 °C |
Rischio medio: aumento fermentazione |
Medio |
> 80 °C |
Rischio elevato: possibili focolai |
Alto |
> 130 °C |
Possibile innesco senza fiamma esterna |
Molto alto |
Prevenzione dell’autocombustione del fieno
- Essiccazione completa del fieno prima dell’imballaggio.
- Utilizzo di igrometri e termometri a sonda per controllare umidità e temperatura interna delle balle.
- Ventilazione dei depositi e distanziamento tra le balle per favorire la dispersione del calore.
- Controlli giornalieri nei primi 30 giorni dopo lo stoccaggio.
Segnali di pericolo
- Odore anomalo (ammoniaca, acido, muffa).
- Condensa sulle pareti del fienile.
- Fumo o calore percepibile al tatto dalle balle.
- Scolorimento o comparsa di muffe sulle balle.
I Cereali
I cereali sono le piante erbacee della famiglia delle Graminacee (o Poaceae) coltivate per i loro semi amidacei, farinosi, commestibili, chiamati cariossidi. Grano, mais, avena, orzo, farro, le loro farine e gli alimenti da loro derivati (pane, pasta, riso, ecc…) servono principalmente come fonte di energia, fornendo carboidrati che il corpo utilizza per svolgere le proprie funzioni. Inoltre, i cereali sono una fonte importante di fibre, vitamine del gruppo B e proteine, contribuendo alla salute del sistema digestivo e fornendo nutrienti essenziali per l’organismo.
Il cereale viene stoccato in apposite strutture (chiamati silos), metalliche o in cemento, dotate di sistemi di ventilazione, raffreddamento e monitoraggio. Questo metodo garantisce la massima sicurezza e qualità del prodotto, poiché permette un controllo costante delle condizioni ambientali e una riduzione al minimo delle perdite.

L’autocombustione dei cereali a causa della fermentazione è un fenomeno raro ma possibile, legato principalmente all’accumulo di calore in materiali organici umidi, come cereali stoccati male.
L’autocombustione, ovvero l’incendio che si innesca in assenza di una fonte esterna di accensione, non è un rischio significativo negli stoccaggi di cereali. Questo perché la temperatura massima raggiungibile nei cereali durante lo stoccaggio è ben al di sotto di quella necessaria per l’auto-ignizione. Tuttavia, è importante monitorare la temperatura per evitare l’innalzamento causato dalla fermentazione e dalla crescita di muffe.
Alcuni esperimenti hanno dimostrato che negli stoccaggi di cereali l’aumento di temperatura si interrompe, a causa dell’estinzione degli organismi che la originano (funghi e batteri), quindi il rischio di autocombustione è basso
Vediamo come può avvenire l’autocombustione.
🔥 Meccanismo dell’autocombustione nei cereali
L’autocombustione non avviene direttamente per “fermentazione alcolica”, ma può essere innescata da:
- Elevata umidità nei cereali stoccati
- Se i cereali sono conservati con un’umidità troppo alta (oltre il 14-15%), possono iniziare processi microbici (muffe, batteri) e chimici (ossidazione).
- Fermentazione microbica
- I microrganismi possono consumare zuccheri e rilasciare calore. Se la massa del prodotto è grande e l’aerazione è scarsa, il calore non riesce a dissiparsi e si accumula.
- Accumulo di calore
- Il calore prodotto dalla fermentazione e da reazioni chimiche (ossidazione di lipidi, per esempio) aumenta la temperatura interna della massa.
- Punto di innesco
- Se la temperatura supera i 80-100 °C in presenza di materiale secco, si può innescare l’autocombustione. Il rischio è maggiore in ambienti chiusi, senza ventilazione.
Esempi tipici di materiali a rischio:
- Grano o mais umidi stoccati in silos o magazzini poco ventilati.
- Paglia o fieno umidi.
- Crusca o farine con alta umidità.
- Rifiuti organici fermentanti.
Prevenzione:
- Essiccazione corretta dei cereali prima dello stoccaggio.
- Monitoraggio dell’umidità e della temperatura nei silos.
- Aerazione forzata per dissipare calore.
- Controlli periodici delle masse stoccate (olfatto, temperatura, umidità).