La sismicità del Gargano

Il Gargano è una subregione dell’Italia, coincidente con l’omonimo promontorio montuoso che si estende nella parte settentrionale della Puglia, l’antica Daunia, e che corrisponde al settore nord-orientale della provincia di Foggia. Semi-circondato dal mare Adriatico, ma limitato a ovest dal Tavoliere delle Puglie, nel suo territorio è compreso il parco nazionale del Gargano.
Le rocce più antiche che affiorano sul promontorio garganico risalgono al periodo Giurassico. L’ambiente di deposizione doveva essere un bacino marino piuttosto profondo e tropicale.
Il Gargano è costituito da rocce formatesi in ambiente marino e successivamente emerse perché coinvolte nella Tettonica delle placche, la stessa che ha determinato la formazione degli Appennini. Il primo sollevamento d’una certa entità del Gargano sembra essere iniziato nel Miocene (circa 25.000.000 di anni fa) e proseguito con fasi alterne nel Pliocene (6.000.000 di anni fa) quando questa regione iniziò ad assumere la morfologia attuale, contemporaneamente plasmata dall’azione degli agenti atmosferici e del carsismo. I movimenti di sollevamento continuano anche nel Pleistocene.

Cartina della provincia di Foggia

Il Gargano costituisce un importante distretto sismico. Tra gli eventi storicamente più distruttivi si ricorda innanzitutto il sisma del 1414 che colpì duramente Vieste, di magnitudo momento 5.8. Spaventoso fu poi il terremoto della Capitanata del 1627, con epicentro localizzato all’estremità occidentale del promontorio, che devastò con particolare violenza l’alto Tavoliere (causando diverse migliaia di vittime) nonché il litorale medio-adriatico, ove vi fu anche un maremoto. Diciannove anni più tardi il terremoto del Gargano del 1646 colpì invece la Foresta Umbra causando molte centinaia di vittime nei centri abitati circostanti. Invece il sisma del 1893 provocò danni notevoli al solo centro abitato di Mattinata ove determinò la morte di quattro cittadini.

Il Gargano è dunque stretto tra da due direttrici sismiche capaci di generare nella storia terremoti più o meno forti.

Le faglie attive sono due, anche se in realtà, quella a Sud è una direttrice composta dal prolungamento di più faglie sulla stessa direzione.

A sinistra la mappa della pericolosità sismica del Gargano. A destra la mappa delle faglie attive.

A Nord abbiamo la faglia attiva, ma non “capace” (spiegheremo dopo il significato, ndr) Tocco da Casauria-Vasto-Tremiti. Questa faglia, in particolare sul lato Est, è tornata in attività da metà marzo 2025 facendo registrare una scossa di magnitudo 4.7 Mw seguita da oltre 110 aftershock di minore intensità. La concentrazione degli eventi degli ultimi 60 giorni è concentrata nell’area tra le Isole Tremiti, Lesina e Torre Mileto.

La faglia Tocco da Casauria-Vasto-Tremiti, se pur storicamente attiva, non ha mai mostrato, in particolare dall’anno 1000 d.C. in poi, eventi sismici rilevanti. Si tratta di un sistema di faglia trascorrente destra (frattura verticale della roccia che si muove orizzontalmente verso destra) con direzione E-W. Nello specifico la faglia si sviluppa dal settore S-W della Maiella e passa all’incirca lungo il fondovalle Osento in direzione E-W per poi terminare in corrispondenza delle Isole Tremiti. Alla faglia è associata una magnitudo massima pari di 6 Mw.

Esaminando la storia recente di questa faglia vediamo che negli ultimi 5 anni si sono verificati 15 eventi superiori alla magnitudo di 3.0. Due di essi hanno superato il 4.0, ovvero l’evento dello scorso 14 marzo (4.8 Mw) e del 21 giugno 2023 avente magnitudo di 4.1.

Ampliando lo spettro agli ultimi 20 anni (2005-2025) notiamo che gli eventi di magnitudo superiore al 4.0 diventano 6.

Per risalire alla scossa più forte registrata su questa faglia dobbiamo tornare indietro al 6 giugno 1892. Dalla descrizione degli effetti documentati grazie a Mario Baratta (geografo italiano, ndr) si considera che i danni sono avvenuti solo nelle isole Tremiti e con una intensità macrosismica di grado 7 MCS (scala Mercalli-Cancani-Sieberg). L’evento, ad oggi, è stimato al grado 5.06 della scala Richter.

Discorso diverso per le faglie a Sud del Gargano.

Qui abbiamo la faglia Mattinata-Monte Sant’Angelo, meglio nota come Valle Carbonara, con un prolungamento fino a San Marco in Lamis. La faglia, orientata E-O, è un’importante linea di frattura che si estende attraverso il Gargano, con lunghezza di circa 40-45 km, e ben visibile ad occhio nudo anche dalla stazione spaziale internazionale. Questa ha influito in maniera determinante sulla morfologia del territorio, sulla distribuzione dei centri abitati e sulla storia sismica del Gargano.

Boschi diversificati caratterizzano la valle anche in funzione dell’esposizione. Nel versante esposto a sud, più caldo e arido, vegeta principalmente la Lecceta, mentre nel versante esposto a nord si trovano formazioni più mesofite con Cerro, Acero, e boschi di Castagno.

Valle Carborana – vista satellitare
Valle Carbonara – vista aerea

La faglia è stata attiva in epoche diverse, con evidenze di attività tettonica fino al Pleistocene medio (circa 600.000-200.000 anni fa). Tuttavia, non ci sono prove dirette di rotture superficiali recenti associate a questa faglia.

Da Mattina, in direzione Est, parte un prolungamento della faglia di circa 75 Km completamente off-shore in mare.

Degna di nota è anche la faglia San Severo-Ripabottoni. Questa faglia è la prosecuzione occidentale della Faglia di Mattinata. Ad essa è associato il terremoto catastrofico di magnitudo 6.7 del 30 luglio 1627, noto come il terremoto di Sant’Anna. Sulla direttrice di questa faglia troviamo un passaggio per San Giuliano di Puglia dove ad essa è associata anche la sequenza sismica del 31 ottobre – 1° novembre 2002, con la scossa principale di magnitudo 5.7.

Sebbene non ci siano prove dirette di rotture superficiali recenti associate alle faglie di Mattinata e di San Severo, la loro storia tettonica complessa e la presenza di strutture attive suggeriscono una potenziale pericolosità sismica per tutto il territorio garganico.

Faglie non più attive le troviamo intorno a San Nicandro Garganico. Direttrici di collegamento con Apricena e con Varano che al momento non vengono considerate attive in quanto la loro ultima attività risulta in era Neolitica, tra il 3.000 a.C. ed il 9.000 a.C.. Secondo alcuni studi si tratterebbe di faglie capaci e, quindi, inserite nel catalogo ITHACA.

Le faglie capaci vicino San Nicandro Garganico. Scorri la barra per vedere come le faglie hanno segnato la morfologia del territorio.

Queste faglie, insieme alla faglia di Mattinata e di San Severo, contribuiscono a definire la struttura geologica del promontorio e sono considerate fonti potenziali di eventi sismici. 

Secondo un parere di Andrea Tallarico, professore dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e responsabile scientifico della rete Otrions, “il Gargano è un promontorio di sollevamento circondato da faglie attive, come quelle di Mattinata, Manfredonia e del Candelaro.” Secondo il professore “le rocce che si trovano in superficie sul Gargano, le troviamo a Bari a più di 3.000 metri di profondità. Quindi nel corso delle ere geologiche il Promontorio si è sollevato molto lentamente. C’è una certa continuità nel tempo di attività sismica, generalmente di bassa energia”.

Le faglie capaci

Sopra abbiamo parlato di faglie attive e capaci, ma cosa si intende per faglia capace?

Le faglie capaci sono particolari tipi di faglie geologiche che possono produrre spostamenti superficiali significativi in caso di terremoto. In altre parole, si tratta di faglie che possono arrivare a rompere il suolo fino in superficie, generando deformazioni visibili e potenzialmente dannose per infrastrutture e costruzioni.

Caratteristiche principali delle faglie capaci:

  1. Attività recente: hanno mostrato movimenti significativi negli ultimi 100.000 anni circa (quindi in tempi geologicamente recenti).
  2. Potenziale sismogenetico: possono generare terremoti di una certa magnitudo, spesso superiori a 5.5–6.0.
  3. Deformazione del suolo: possono causare fratture, spostamenti verticali o orizzontali, scalini di faglia visibili, ecc.
  4. Rilevanza normativa: in Italia, ad esempio, le faglie capaci sono regolate dal D.M. 17 gennaio 2018 (Norme Tecniche per le Costruzioni), che prevede vincoli urbanistici e progettuali nelle loro vicinanze.

Perché sono importanti?

Perché la costruzione di edifici, infrastrutture critiche (come ospedali, ponti, centrali) o impianti industriali sopra o vicino a faglie capaci può essere molto pericolosa. La deformazione diretta del suolo può danneggiare gravemente le strutture anche se queste sono progettate per resistere all’accelerazione sismica.