Il Conclave: regole e procedure

Il conclave è l’assemblea di cardinali della Chiesa cattolica incaricata di eleggere il Papa. Le regole per il conclave sono stabilite dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis (consultala qui), che è stata promulgata da Papa Giovanni Paolo II nel 1996.

Il conclave rappresenta un momento di grande solennità e importanza nella Chiesa cattolica, e le sue regole sono state stabilite per garantire l’equità e la trasparenza del processo elettorale.

Fase preliminare e preparazione al Conclave

Quando il Papa muore o presenta le sue dimissioni, si entra in una vacanza del soglio pontificio (sede vacante). Il Collegio Cardinalizio (l’assemblea dei cardinali) è responsabile di eleggere un nuovo Papa. Il processo di preparazione prevede diverse fasi.

I Cardinali

Provengono da 71 diversi Paesi dei cinque continenti i 135 cardinali elettori chiamati a scegliere il 267° Pontefice. Due i porporati che non parteciperanno per motivi di salute, a questi si aggiunge la rinuncia dell’italiano Becciu. Dunque ad entrare in Conclave saranno in 132 elettori. A essere rappresentate sono 17 nazioni dell’Africa, 15 dell’America, 17 dell’Asia, 18 dell’Europa e 4 dell’Oceania. L’Italia partecipa con 18 cardinali elettori.

Convocazione del Conclave

La sede vacante (periodo di vacanza del Papa) deve essere dichiarata ufficialmente dal Camerlengo, un cardinale che gestisce gli affari quotidiani della Chiesa durante la vacanza del Soglio.

I cardinali elettori, quelli di età inferiore agli 80 anni, sono convocati a Roma per partecipare al conclave. Il  numero dei cardinali non è fisso, tuttavia devono esserci almeno 18 cardinali elettori per procedere con l’elezione.

Il conclave si tiene nella Cappella Sistina in Vaticano, a meno che circostanze particolari non lo impediscano.

Misure di Sicurezza

Durante il conclave, i partecipanti sono isolati dal mondo esterno. L’accesso alla Cappella Sistina, luogo in cui si svolge l’elezione, è limitato.

I cardinali elettori sono obbligati a soggiornare in una residenza speciale all’interno della Città del Vaticano, dove non possono comunicare con nessuno all’esterno.

Nelle aree in cui i risiederanno cardinali e nella Cappella Sistina, dove si terrà il voto, saranno impiegati disturbatori di segnale (jammer), dispositivi che sfruttano le interferenze alle radiofrequenze per impedire a due dispositivi di comunicare, trasformando di fatto un luogo in un bunker elettronico.

Le autorità ecclesiastiche ispezionano gli edifici per giorni alla ricerca di microfoni o telecamere non autorizzati, controllando anche personale religioso e partecipanti al voto.

Durante le riunioni e nelle loro stanze private, i cardinali che partecipano al voto non possono guardare fuori dalle proprie finestre. Prima del loro arrivo inoltre il personale vaticano posiziona pellicole opache sulle finestre, in modo che nessun giornalista, satellite o drone possa fotografare l’interno.

 

Inizio del Conclave

Il conclave ha inizio con una Messa di apertura, chiamata Missa Pro Eligendo, celebrata nella Cattedrale di San Pietro, con il cardinale decano che presiede l’omelia. Successivamente, i cardinali si trasferiscono nella Cappella Sistina, dove si svolge l’elezione vera e propria.

 

Il Giuramento

Prima di iniziare, tutti i cardinali elettori devono fare un giuramento di segretezza e fedeltà. Questo giuramento, in lingua latina, include l’impegno a mantenere segreti i dettagli delle discussioni e delle votazioni che avverranno all’interno del conclave

«Noi tutti e singoli Cardinali elettori presenti in questa elezione del Sommo Pontefice promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo di osservare fedelmente e scrupolosamente tutte le prescrizioni contenute nella Costituzione apostolica del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, emanata il 22 febbraio 1996. Parimenti, promettiamo, ci obblighiamo e giuriamo che chiunque di noi, per divina disposizione, sia eletto Romano Pontefice, si impegnerà a svolgere fedelmente il munus Petrinum di Pastore della Chiesa universale e non mancherà di affermare e difendere strenuamente i diritti spirituali e temporali, nonché la libertà della Santa Sede. Soprattutto, promettiamo e giuriamo di osservare con la massima fedeltà e con tutti, sia chierici che laici, il segreto su tutto ciò che in qualsiasi modo riguarda l’elezione del Romano Pontefice e su ciò che avviene nel luogo dell’elezione, concernente direttamente o indirettamente lo scrutinio; di non violare in alcun modo questo segreto sia durante sia dopo l’elezione del nuovo Pontefice, a meno che non ne sia stata concessa esplicita autorizzazione dallo stesso Pontefice; di non prestare mai appoggio o favore a qualsiasi interferenza, opposizione o altra qualsiasi forma di intervento con cui autorità secolari di qualunque ordine e grado, o qualunque gruppo di persone o singoli volessero ingerirsi nell’elezione del Romano Pontefice.»

Traduzione in italiano del giuramento

Poi ciascun cardinale si reca singolarmente all’Evangeliario e pronuncia l’ultima parte del giuramento:

«Et ego Nomen Cardinalis N. spondeo, voveo ac iuro.»
(Ed io Nome Cardinale N. prometto, mi obbligo e giuro.)

Posta la mano sul Vangelo, prosegue:

«Sic me Deus adiuvet et haec Sancta Dei Evangelia, quae manu mea tango.»
(Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano.)

Quando tutti i cardinali hanno pronunciato il giuramento, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia la formula:

«Extra omnes.»
(Fuori tutti)

Questo ordine impone a tutti gli astanti che non siano lo stesso maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l’ecclesiastico incaricato di tenere l’ultima meditazione e i cardinali elettori di uscire dalla Cappella Sistina. Usciti gli altri, il maestro chiude la porta di accesso a chiave.

Seguono le preghiere, dopo le quali il cardinale decano chiede se vi sono ancora dubbi relativi alle procedure. Dopo la chiarificazione degli eventuali dubbi, le operazioni di voto possono cominciare.

I cardinali arrivati dopo l’inizio del conclave sono comunque ammessi. Un cardinale che lascia il conclave può essere riammesso solo se si è assentato per malattia.

 

Il voto

L’unica forma di elezione del Pontefice ammessa è per scrutinium, cioè tramite il voto segreto.

Per la validità dell’elezione sono richiesti i 2/3 dei suffragi, conteggiati sul numero degli elettori presenti. Nel caso in cui tale numero non sia divisibile per tre viene necessariamente immesso un voto in più.

Nel conclave del prossimo 7 maggio ci saranno 132 cardinali elettori (il numero può ancora variare, ndr), il che significa che per eleggere il prossimo Pontefice sarà necessario ottenere 88 preferenze su 132 votanti.

 

Modalità

A ciascun cardinale elettore viene consegnata una scheda di forma rettangolare con riportata la scritta Eligo in Summum Pontificem (“Eleggo a Sommo Pontefice“), sotto la quale ognuno deve scrivere con grafia non riconoscibile il nome di colui (tipicamente un cardinale) al quale intende dare il suo consenso per l’elezione a Romano Pontefice.

Un cardinale alla volta si reca, tenendo in mano la scheda piegata in due e ben visibile, presso l’altare della Sistina dove sono presenti i tre scrutatori scelti tra i cardinali presenti. Sull’altare sarà presente un’urna con un piatto appoggiatovi sopra. Arrivato dinanzi all’affresco del Giudizio Universale di Michelangelo, il cardinale pronuncia il giuramento:

«Testor Christum Dominum, qui me iudicaturus est, me eum eligere, quem secundum Deum iudico eligi debere.»
(Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto.)

pone la scheda sul piatto per poi alzarlo e lasciar scivolare la scheda all’interno dell’urna; quindi tornerà al proprio posto.

 

Lo scrutinio

Compiute le operazioni di voto, si procede alle operazioni di spoglio. Il primo scrutatore agita le schede nell’urna per mescolarle, mentre l’ultimo le conteggia una a una ponendole in un’altra urna vuota, più piccola. Se il numero non corrispondesse al numero dei cardinali elettori le schede vanno bruciate subito, senza spoglio.

Gli scrutatori assommano i voti che ciascuno ha riportato. Se il quorum non è stato raggiunto si procede immediatamente a una nuova votazione, eccetto che per il primo giorno di conclave.

Nel secondo scrutinio i cardinali ripetono le stesse operazioni, ma senza pronunciare di nuovo il giuramento o fare altre ripetizioni.

Al termine della seconda votazione, e prima che i cardinali abbandonino la Sistina, le schede del secondo e del primo scrutinio vengono bruciate nella stufa dagli scrutatori.

 

Fumata nera e fumata bianca

Le schede vengono raccolte insieme tramite ago e filo che le trapassano una per volta per poi essere bruciate tutte insieme.

Se lo scrutinio non ha dato un nuovo Papa le schede saranno bruciate avendo cura di far fuoriuscire dal comignolo sul tetto la fumata di colore nero per indicare ai fedeli che il conclave non ha ancora trovato un accordo sul futuro Pontefice.

Se invece viene raggiunto il quorum le schede saranno bruciate insieme a particolari sostanze chimiche per far si che la fumata sia di colore bianco annunciando al “mondo esterno” che il nuovo Pontefice è stato eletto.

 

Accettazione dell’Elezione

Una volta che un cardinale ha ottenuto la maggioranza necessaria, il cardinale decano chiede se l’eletto accetta l’incarico.

«Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?»
«Accetti la tua elezione, canonicamente avvenuta, a Sommo Pontefice?»

Se il cardinale accetta, egli diventa Papa e prende il nome papale che ha scelto.

 

Stanza delle lacrime

Dopo la sua proclamazione, il papa neoeletto si ritira nella “Stanza delle Lacrime”, ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta la talare bianca e i paramenti, con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro. Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, in tale stanza il neo-pontefice scoppi in lacrime per l’emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.

Tradizionalmente nella sacrestia vengono predisposti abiti e paramenti papali di tre diverse misure, così che almeno un completo possa approssimativamente adattarsi alla taglia del nuovo eletto.

 

Annuncio dell’Elezione

Quando l’elezione è stata accettata, il cardinale decano annuncia il nome del nuovo Papa al pubblico con la formula: 

Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!
(Vi annuncio una grande gioia: abbiamo un Papa!)

  

Curiosità sui Conclavi del passato

 

🕰️ Il Conclave del 1268–1271: il più lungo della storia

Il conclave più lungo mai registrato durò ben 1.006 giorni. Iniziò dal 29 novembre 1268, dopo la morte di Clemente IV e terminò il 1° settembre 1271 con l’elezione di Gregorio X. I 17 cardinali elettori, divisi tra fazioni filo-francesi e filo-imperiali, non riuscivano a trovare un accordo. Per forzarli a decidere, il capitano del popolo di Viterbo, Raniero Gatti, fece murare i cardinali nel palazzo papale, lasciando solo un’apertura nel tetto per passare loro pane e acqua. Questa misura drastica portò alla creazione del termine “conclave“, derivante dal latino cum clave (“con la chiave”). ​

🧭 Il Conclave del 1978: due papi in due mesi

Nel 1978 si verificarono due conclavi in un periodo di soli 33 giorni. Il primo, dal 25 al 26 agosto, portò dopo la morte di Paolo VI all’elezione di Giovanni Paolo I, che però morì dopo soli 33 giorni di pontificato. Il secondo conclave, dal 14 al 16 ottobre, elesse Giovanni Paolo II, il primo papa non italiano  oltre 450 anni dopo Adriano VI (1522). Questo periodo è noto come “l’anno dei tre papi“. ​

🧱 Il Conclave del 1922: 5 giorni e 14 scrutini

Il conclave del 1922, che elesse Pio XI, durò 5 giorni e richiese 14 scrutini. La lunga durata fu dovuta a divisioni tra i cardinali, con alcuni sostenitori di candidati italiani e altri favorevoli a un papa più internazionale. Alla fine, la scelta cadde su Achille Ratti, arcivescovo di Milano. ​

🧭 Il Conclave del 2005: la rapida elezione di Benedetto XVI

Il conclave del 2005, convocato dopo la morte di Giovanni Paolo II, fu uno dei più rapidi della storia recente. Dopo 4 scrutini in 2 giorni, fu eletto Joseph Ratzinger, che assunse il nome di Benedetto XVI. La sua elezione fu vista come una continuità con il pontificato precedente. ​

🧭 Il Conclave del 2013: l’elezione di Papa Francesco

Nel conclave del 2013, dopo la rinuncia di Benedetto XVI, fu eletto Jorge Mario Bergoglio, che prese il nome di Papa Francesco. La sua elezione fu storica per diversi motivi: primo papa gesuita, primo papa latinoamericano e primo papa non europeo in oltre 1.200 anni. La sua scelta segnò un cambiamento significativo nella Chiesa cattolica.​