Stato di conservazione della specie

Fonte articoli, dati e file: Wikipedia.org e IUCN

 

Lo stato di conservazione d’una specie è un indicatore della probabilità che quella specie continui a sopravvivere. Molti fattori sono tenuti in conto quando si valuta lo stato di conservazione di una specie: non solo il numero degli esemplari, ma l’aumento o la diminuzione generale col tempo della popolazione, il successo della riproduzione in cattività, le minacce conosciute e così via.

L’elenco degli stati di conservazione più noto del mondo è la lista rossa dell’IUCN (International Union for the Conservation of Nature – Unione internazionale per la conservazione della natura), sebbene esistano anche altre liste.

L’IUCN è responsabile della compilazione della Lista rossa IUCN, istituita nel 1948, che rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle specie animali e vegetali di tutto il globo terrestre. Le specie in pericolo sono classificate secondo nove categorie: non valutato, dati insufficienti, rischio minimo, quasi a rischio, vulnerabile, minacciato, gravemente minacciato, estinto in natura, estinto.

I dati tecnici e scientifici sono raccolti ed analizzati da una grande quantità di esperti (circa 7500 in tutto il mondo), generalmente scienziati o esperti nei vari ambiti della zoologia, della botanica o altre discipline affini. Questi esperti, afferenti alla Commissione per la salvaguardia delle specie (IUCN Species Survival Commission, SSC) sono volontari che prestano parte del loro lavoro scientifico ad IUCN in maniera totalmente gratuita.

Fra i principali species assessors vi sono anche rappresentanti di organizzazioni non governative o di ricerca quali BirdLife International, l’Institute of Zoology, la divisione ricerca della Società Zoologica di Londra, il Centro di Verifica e Controllo per la conservazione del mondo, e molti gruppi specializzati all’interno della Commissione per la sopravvivenza delle specie dello IUCN. Molti scienziati italiani sono anche membri della commissione SSC.

La Lista rossa IUCN si basa su precisi criteri di valutazione del rischio di estinzione di migliaia di specie e sottospecie. Una serie di Liste rosse regionali vengono prodotta ogni anno per le organizzazioni e gli enti statali, ai quali spetta il compito di gestire a livello politico e strategico le informazioni ricevute. I criteri e le categorie sono stati messi a punto nel corso degli anni, e sono variati nel tempo, come tra il 1997 e il 1999, anche in modo significativo; nel 2000 è stata adottata una versione 3.1 delle categorie e dei criteri, che a febbraio era stata adottata dal IUCN Council per diventare un sistema operativo solo nel 2001, in maniera vincolante per gli species assessors.

Gli obiettivi dello IUCN di categorizzare ogni specie vengono rivalutati ogni lustro quand’è possibile, o in alternativa ogni decennio. Questo viene fatto tramite una revisione paritaria da parte dei Gruppi specialisti della Commissione per la Salvaguardia delle Specie (SSC) di IUCN, che, come detto sopra, sono le vere Autorità della Lista rossa responsabili della classificazione di una specie, di un gruppo di specie o di un’area geografica o, come nel caso del BirdLife International, di un’intera classe.

Anche grazie al lavoro svolto per la compilazione e la pubblicazione della Lista Rossa, IUCN è considerata la massima autorità al mondo sullo stato di conservazione della natura.

 

Le categorie della Lista Rossa IUCN sono generalmente assegnate ad una specie a livello globale.

Sigla

Nome inglese

Descrizione (semplificata)

EX

Extinct

Quando l’ultimo individuo della specie è deceduto.

EW

Extinct in the Wild

Quando una specie sopravvive solo all’interno di giardini zoologici o altri sistemi di mantenimento in cattività.

CR

Critically Endangered

Quando la popolazione di una specie è diminuita del 90% in dieci anni o quando il suo areale si è ristretto sotto i 100 km² o il numero di individui riproduttivi è inferiore a 250.

EN

Endangered

Quando la popolazione di una specie è diminuita del 70% in dieci anni o quando il suo areale si è ristretto sotto i 5.000 km² o il numero di individui riproduttivi è inferiore a 2.500.

VU

Vulnerable

Quando la popolazione di una specie è diminuita del 50% in dieci anni o quando il suo areale si è ristretto sotto i 20.000 km² o il numero di individui riproduttivi è inferiore a 10.000.

NT

Near Threatened

Quando i suoi valori non riflettono ma si avvicinano in qualche modo ad una delle descrizioni riportate sopra.

LC

Least Concern

Quando i suoi valori non riflettono in alcun modo una delle descrizioni di cui sopra, specie abbondanti e diffuse.

DD

Data Deficient

Quando non esistono dati sufficienti per valutare lo stato di conservazione della specie.

NE

Not Evaluated

Specie non valutata. Spesso utilizzata per le specie domestiche.

La lista rossa è considerata come il più autorevole e obiettivo sistema di classificazione delle specie a rischio di estinzione.

La lista viene spesso utilizzata per identificare le priorità di conservazione a livello nazionale, per concordare programmi ed accordi internazionali ed altre attività relative alla protezione della natura.

IUCN, però, sta anche sviluppando una serie di altri utilizzi della lista. Ad esempio, attraverso un’analisi nel tempo della quantità di specie che migrano da un livello di minaccia ad un altro, si possono identificare degli indicatori per capire come varia il tasso di estinzione delle specie, ma anche per cercare di monitorare l’efficienza dei programmi di conservazione che si sviluppano a livello globale.

In questi ultimi anni, inoltre, i ricercatori responsabili per la compilazione delle schede delle specie, sono richiesti di indicare anche quali siano le minacce principali alla specie monitorata. Di nuovo, attraverso l’analisi di migliaia di specie negli anni, si dovrebbe riuscire ad avere anche delle indicazioni più o meno precise di quanto ciascuna attività umana impatti le comunità animali e vegetali.

Ad esempio, nell’ottobre 2009, IUCN ha informato che circa un quinto delle specie di libellule del bacino del Mediterraneo sono oramai minacciate di estinzione a causa dell’aumentata scarsità dell’acqua dovuta sia dal cambiamento climatico sia dal generale degrado del suolo. Quattro specie di libellula si sono recentemente estinte nel Mediterraneo ossia la Agriocnemis exilis, la Ceriagrion glabrum, la Rhyothemis semihyalina e la Phyllomacromia africana.

O anche, la Lista Rossa ha determinato che delle 64 specie di squali pelagici e razze che sono state listate nella Lista rossa, il 32% è minacciato di estinzione, principalmente a causa delle attività di pesca. Ma limitando l’analisi agli squali che vivono solo in alto mare, la percentuale delle specie minacciate sale al 52%.

 

Liste rosse regionali

Diversi gruppi di IUCN, o anche enti nazionali, associazioni o centri di ricerca, effettuano delle applicazioni dei criteri a livello nazionale o anche locale. Tale esercizio sembra utile ai fini di identificare le priorità a livello nazionale ma è importante sottolineare come i criteri per questa applicazione a livello locale debbano essere adattati in maniera rigida ed univoca prima che possano essere significativi e confrontabili fra Paesi o aree differenti.

I criteri della Lista Rossa sono infatti stati pensati per un’analisi di tipo globale al fine di fornire indicazioni di tipo generale alla Comunità internazionale. L’applicazione a livello più locale deve prevedere non solo una scala di riferimento differente, ma anche un margine di errore molto minore in quanto l’influenza sulle decisioni politiche che può avere risulta notevolmente amplificata.

Nel caso specifico, ad esempio, IUCN e la Commissione europea hanno iniziato a lavorare insieme per valutare lo stato di circa seimila specie di flora e fauna europea adattando a livello regionale i criteri della Lista Rossa. Questo non è l’unico esempio nel mondo, ma al momento sembra essere uno di quelli sviluppati con maggiore attenzione alle metodologie di analisi ed alla scientificità del risultato.

Il progetto prevede di valutare tutte le specie di Mammiferi, Anfibi, Rettili, Pesci d’acqua dolce, farfalle, libellule più dei gruppi selezionati di piante vascolari, Molluschi e coleotteri. Ad oggi la Red List europea è stata completata solo per Mammiferi, Anfibi e Rettili.

Dall’analisi preliminare del lavoro in via di svolgimento, ne risulta che l’area più meridionale della penisola balcanica è fra le aree a maggiore biodiversità terrestre del continente europeo. Anche il territorio italiano presenta alti tassi di biodiversità insieme a parte dell’Europa meridionale. La perdita e la degradazione degli habitat risultano fra le minacce principali insieme al disturbo umano, l’inquinamento e le specie aliene invasive.

  • Circa una specie su sei (15%) di mammiferi sono minacciate (TR) (24% le specie marine e 14% quelle terrestri) e un ulteriore 9% delle specie sono molto vicine ad essere minacciate.
  • Due specie di mammiferi, il Bos primigenius e il Prolagus sardus, sono estinti sin dal 1500 d.C., ed una terza specie, Eschrichtius robustus è estinta a livello regionale.
  • Più di un quarto (27%) dei mammiferi europei presentano una popolazione in declino. Un ulteriore 32% è stabile ma per il 33% delle popolazioni non si conosce il trend di crescita. Solo l’8% delle specie presenta popolazioni in crescita ma solo alcune di queste sono da riferirsi al successo delle attività di conservazione.
  • Circa un quinto dei rettili e un quarto degli anfibi europei è minacciato di estinzione.

 

Liste Rosse italiane

In Italia il primo lavoro finalizzato alla realizzazione della Lista Rossa italiana dei Vertebrati è stato realizzato dal WWF Italia nel 1998 proponendo anche un’ampia analisi e considerazioni sui dati ottenuti applicando i criteri IUCN (Bulgarini et al., 1998). Dal 2013 la Federparchi, attraverso il Comitato Italiano IUCN ed il supporto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha cominciato la definizione di alcune Liste Rosse Nazionali.

Tutte le specie di pesci d’acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli nidificanti (valutate da LIPU-BirdLife), mammiferi e pesci cartilaginei, native o possibilmente native in Italia, nonché quelle naturalizzate in Italia in tempi preistorici, sono state incluse nella valutazione.

Le specie di uccelli presenti, ma non nidificanti in Italia (svernanti, migratori) non sono state valutate e pertanto è stata loro assegnata la categoria NE (Non Valutata). Anche le specie domestiche non sono state valutate secondo le Categorie e i Criteri della Red List IUCN.

 

Di seguito è possibile scaricare le pubblicazioni delle Liste Rosse italiane  (fonte IUCN – Comitato italiano):

* comprende pesci cartilaginei, pesci d’acqua dolce, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi

 

 

Cerca qui la scheda specifica e lo stato di conservazione di una specie:
https://www.iucnredlist.org/