La rubrica del volontario – Il Triage

Il triage (termine francese che indica «cernita, smistamento») è un sistema utilizzato per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni secondo classi di urgenza/emergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate e del loro quadro clinico. Per estensione, la tecnica del triage viene messa in opera ogni qual volta è necessario smistare una serie di utenti che chiedono un servizio verso gli operatori opportuni.

Applicazione

Il metodo del Triage è utilizzato innanzitutto all’arrivo dei pazienti in Pronto Soccorso, dove l’accesso alle cure non avviene sulla base dell’ordine di arrivo ma sulla priorità delle loro condizioni. In questo ambito permette di stabilire un ordine tra i soggetti che vi giungono, dando le apposite cure prima ai casi con una priorità maggiore e di seguito quelli con priorità minore. Il grado di urgenza di ogni paziente è rappresentato da un codice colore assegnato all’arrivo, dopo una prima valutazione messa in atto da un infermiere preposto a questo compito.

Inoltre viene messo in pratica ogniqualvolta si verifica un’insufficienza dei mezzi e del personale rispetto ai soggetti che hanno bisogno di aiuto. Questo caso si può verificare tanto in caso di calamità, di disastri o di grandi eventi, cioè le situazioni previste dalla Protezione Civile, quanto in un Pronto Soccorso. In caso di situazioni straordinarie, tipiche della medicina delle catastrofi, il triage è funzionale a far sì che tutto l’impianto del soccorso funzioni efficientemente per salvare il maggior numero di persone, dovendo a volte scegliere di dirigere le cure solo verso chi, soccorso prontamente, ha più probabilità di sopravvivere.

Ogni giorno i Pronto Soccorso si trovano ad accogliere un gran numero di pazienti che presentano priorità diverse e diverse tipologie di problemi. Il paziente si reca in Pronto Soccorso accusando un insieme di sintomi. Quando il sintomo, ossia l’espressione di una condizione psicofisica percepita come alterata, è valutato come potenzialmente pericoloso dal paziente, il malato si rivolge al Pronto Soccorso.

Proprio per questa ragione nelle strutture sanitaria di pronto soccorso, si attua un primo approccio che stabilisca un legame relazionale con il paziente diminuendo il suo eventuale stato d’ansia e, allo stesso tempo, basandosi sulle priorità assistenziali e sulla gravità clinica, stabilisca l’ordine con il quale i pazienti verranno sottoposti a visita medica.

Con il termine triage in Pronto Soccorso si intende quindi un insieme di procedure codificate che permettono la valutazione delle priorità assistenziali delle persone che si presentano, stabilendo un ordine di accesso alla visita medica ponderato alla gravità dei sintomi accusati.

Gli obiettivi del Triage sono:

  • Assicurare immediata assistenza al malato che giunge in emergenza;
  • Indirizzare alla visita medica i pazienti secondo un codice di priorità;
  • Identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento;
  • Smistare i pazienti non urgenti;
  • Ridurre i tempi di attesa per la visita medica (anche se per i pazienti meno gravi – codici bianchi – con il triage i tempi d’attesa sarebbero più lunghi se confrontati a un accesso alla sala visita basato sul semplice ordine d’arrivo in pronto soccorso);
  • Ridurre lo stato d’ansia;
  • Migliorare la qualità delle prestazioni professionali del personale in Pronto Soccorso;
  • Valutare periodicamente le condizioni dei pazienti in attesa;
  • Fornire informazioni sanitarie ai pazienti e ai loro familiari.

In situazioni di calamità (medicina delle catastrofi), un triage preliminare viene effettuato direttamente dai primi soccorritori direttamente nel sito dell’evento. Tale triage, detto triage rapido, viene poi rivisto all’arrivo al posto medico avanzato. La segnalazione del codice di gravità, in tali situazioni, viene effettuata normalmente con delle specifiche Triage Tag, dei braccialetti colorati e delle schede di accompagnamento che vengono assegnate ai feriti in attesa di evacuazione sanitaria.

Codici-colore

Il metodo del triage usa un codice colore per rendere universalmente identificabile l’urgenza del trattamento per ogni singolo soggetto. Questo codice colore si compone, in ordine di gravità, di quattro classi principali: bianco, verde, giallo e rosso. Il codice nero, considerato successivo al rosso, non identifica uno stato di gravità, ma un soggetto deceduto e non viene quindi generalmente esposto in forma pubblica. I codici colore possono cambiare da una nazione all’altra e all’interno di diversi protocolli di intervento.

Esiste anche il Codice Blu (funzione vitale compromessa), che viene dato in ambito extraospedaliero dal personale di soccorso che sta attuando manovre di rianimazione quali il basic life support o la defibrillazione con defibrillatori automatici (DAE). Generalmente, un codice blu viene attivato in assenza del medico.

Il codice arancione va applicato quando c’è un’emergenza NBCR (Nucleare Biologico Chimico Radiologico), e si utilizza il protocollo di triage all’inverso, giacché le persone coinvolte che sono state per meno tempo esposte all’agente contaminante hanno – percentualmente – più possibilità di sopravvivenza.

Esistono anche forme di triage psicologico, attuati all’interno dei protocolli di medicina delle catastrofi, che sono finalizzati ad una valutazione rapida dello stato di scompenso ideoaffettivo nelle vittime di situazioni di crisi e calamità. La loro classificazione prevede l’uso della scala “Psi1-Psi2-Psi3”, come sottospecificazione del codice-colore sanitario (ma solitamente si assegnano i codici Psi solo in caso di codice verde sanitario).

Fonte: Wikipedia, l’enciclopedia libera