BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation)

 

Fonte articolo: Nurse24.it

 

Blsd è l’acronimo di “Basic Life Support and Defibrillation“, ovvero primo soccorso con l’impiego di defibrillatore semiautomatico. Si tratta di manovre da attuare tempestivamente in caso di arresto cardiaco.

Blsd nell’adulto, lo scopo del protocollo

L’arresto cardiaco improvviso è una delle principali cause di morte in Europa. In base alla definizione utilizzata, circa 350.000-700.000 individui all’anno sono colpiti in Europa. All’analisi del ritmo di presentazione circa il 25-50% delle vittime di arresto cardiaco evidenziano una fibrillazione ventricolare (FV), percentuale che è andata decrescendo negli ultimi 20 anni.

Il trattamento raccomandato per l’arresto cardiaco da FV è la rianimazione cardiopolmonare (RCP) immediata da parte degli astanti e la defibrillazione elettrica precoce. Gli astanti dovrebbero sospettare l’arresto cardiaco e iniziare la RCP se la vittima non risponde e non respira normalmente (arresto respiratorio o respiro agonico).

BLS-D nell’adulto, la procedura

Sicurezza

Valuta la sicurezza della scena per te, la vittima ed ogni astante. Solo se la scena è sicura allora procedi con le successive valutazioni

Verifica un’eventuale risposta della vittima

Scuoti gentilmente le sue spalle e chiedi ad alta voce: «Tutto bene?». Se risponde, lascialo nella posizione in cui lo hai trovato, assicurati che non vi siano ulteriori pericoli; cerca di scoprire qual è il problema e dagli assistenza se necessario; rivalutalo regolarmente.

Apri le vie aeree

Poni la vittima sulla schiena se necessario e scopri interamente il suo torace. Posiziona la tua mano sulla sua fronte e ed estendi delicatamente la sua testa all’indietro; con i polpastrelli posizionati sotto l’estremità del mento della vittima, sollevalo per aprire le vie aeree.

 

Guarda, Ascolta e Senti per valutare se il respiro è normale (GAS)

  • Posizionati di fianco alla vittima e, mantenendo le vie aeree pervie, avvicina la tua guancia alla bocca del paziente, mantenendo il tuo sguardo in direzione del suo torace;
  • Nei primi minuti dopo un arresto cardiaco, la vittima può respirare in modo irregolare, con respiro lento e rumoroso. Non confondere questa situazione con un respiro normale;
  • Guarda se il torace si espande, ascolta se sono presenti suoni respiratori e senti la presenza di movimento d’aria sulla tua guancia per non più di 10 secondi per determinare se la vittima sta respirando normalmente.

Se hai dei dubbi sul respiro, comportati come se la vittima non stesse respirando normalmente e preparati ad iniziare la RCP.

Allerta il servizio di emergenza

  • Se possibile, chiedi a qualcuno di chiamare il servizio di emergenza (112/118), altrimenti chiamalo tu stesso.
  • Se possibile, rimani con la vittima mentre fai la chiamata di emergenza. Attiva il vivavoce del telefono per facilitare la comunicazione con la centrale operativa.

Invia qualcuno a recuperare un Defibrillatore Automatico Esterno (DAE)

  • Manda qualcuno a cercare e portare un DAE se disponibile;
  • Se sei da solo, non allontanarti dalla vittima, inizia la RCP.

Inizia le compressioni toraciche

  • Inginocchiati a lato della vittima;
  • Posiziona la parte prossimale del palmo di una mano (calcagno della mano) al centro del torace della vittima; (ossia sulla metà inferiore dello sterno);
  • Posiziona il palmo dell’altra mano sopra la prima;

  • Intreccia le dita delle mani e assicurati che non si applichi pressione sulle coste della vittima;
  • Tieni le braccia dritte;
  • Non applicare alcuna pressione sull’addome superiore o sulla parte terminale dello sterno;
  • Posizionati verticalmente sul torace della vittima e premi verso il basso per circa 5 cm (ma senza superare i 6 cm).

Dopo ogni compressione, rilascia del tutto la pressione sul torace senza perdere il contatto tra le tue mani e lo sterno.

Ripeti la manovra a una frequenza di 100-120/min.

Associa alle compressioni toraciche le ventilazioni

Dopo 30 compressioni, apri le vie aeree utilizzando ancora l’iperestensione del capo e il sollevamento del mento.

  • Chiudi il naso pinzandone le narici con l’indice e il pollice della mano poggiata sulla fronte. Fai in modo che la bocca si apra, ma mantieni il mento sollevato;
  • Prendi un respiro normale e posiziona le tue labbra attorno a quelle della vittima, assicurandoti di avere una buona aderenza;
  • Soffia in modo lento e graduale nella bocca controllando contemporaneamente l’escursione del torace per circa 1 secondo come in un respiro normale; questa è una ventilazione efficace;
  • Mantenendo l’iperestensione del capo ed il sollevamento del mento, stacca la tua bocca da quella della vittima ed osserva che il torace si abbassi durante l’espirazione;
  • Prendi un altro respiro normale e soffia nella bocca della vittima una volta ancora per un totale di due ventilazioni efficaci;
  • Non interrompere le compressioni toraciche per più di 10 secondi per erogare le due ventilazioni. Quindi, riposiziona senza ritardo le mani nella posizione corretta sullo sterno ed effettua altre 30 compressioni toraciche.

Continua le compressioni toraciche e le ventilazioni con un rapporto di 30:2.

Quando arriva il DAE

Da Sassofortino a Cinigiano, l'impegno a dotarsi di un Dae – Cosvig

Accendilo e applica le piastre di defibrillazione, seguendo i comandi vocali/visivi

  • Appena è disponibile il DAE, accendilo e attacca le piastre sul torace nudo della vittima;
  • Se è presente più di un soccorritore, la RCP dovrebbe essere continuata mentre le piastre vengono posizionate sul torace;
  • Assicurati che nessuno tocchi la vittima mentre il DAE analizza il ritmo. Se il DAE non è disponibile continua con la RCP.

Defibrillazione - Wikipedia

Se lo shock è indicato, eroga lo shock

  • Assicurati che nessuno tocchi la vittima;
  • Premi il bottone dello shock come indicato (i DAE completamente automatici erogheranno lo shock automaticamente);
  • Ricomincia immediatamente la RCP 30:2.

Continua seguendo i comandi vocali/visivi.

Se lo shock non è indicato continua la RCP

  • Ricomincia immediatamente la RCP;
  • Continua seguendo i comandi vocali/visivi.

Prosegui la RCP

Non interrompere le manovre rianimatorie fino a quando:

  • Non arrivano i soccorsi
  • La vittima riprende coscienza, si muove, apre gli occhi e respira normalmente
  • Sei esausto.

Se la vittima non risponde ma respira normalmente

Se sei sicuro che la vittima stia respirando normalmente, ma è ancora incosciente mettila nella posizione laterale di sicurezza (sdraiata su un fianco mantenendo la pervietà delle vie aeree se necessario).

È raro che la RCP da sola possa far ripartire il cuore. Se non sei sicuro se la vittima si sia rianimata, continua la RCP.

Segni che indicano che la vittima si è rianimata:

  • Riacquista coscienza;
  • Si muove
  • Apre gli occhi
  • Respira normalmente

Stai pronto a ricominciare la RCP immediatamente se il paziente deteriora.

Formazione e retraining per il Blsd

Le manovre sopra descritte devono essere acquisite mediante un corso di formazione certificato e riconosciuto, e sottoposte a periodici retraining, come previsto dalle normative vigenti in materia.

Il corso di formazione base dura circa 8 ore e vede impegnati gli infermieri in un continuo susseguirsi di lezioni frontali ed esercitazioni pratiche volte a far apprendere le specifiche skills in materia di rianimazione cardiopolmonare e utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno.

Al termine della giornata, superato l’esame finale composto sia da un test scritto che da una simulazione con manichino, viene erogato il certificato di abilitazione alla rianimazione cardiopolmonare su un adulto con l’utilizzo del defibrillatore.

retraining sono di norma delle mezze giornate che vedono coinvolti i discenti in un ripasso delle conoscenze e delle competenze acquisite durante il corso base.

Sia la formazione base che i retraining sono tenuti da istruttori certificati, ovvero medici e infermieri con esperienza in area critica che abbiano frequentato e superato il corso per formatori previsto dal singolo provider.

 


Bibliografia

Perkins, Gavin D., et al. “European Resuscitation Council Guidelines for Resuscitation 2015”: 81-99. Traduzione a cura di: Giuseppe Ristagno (referente), Roberta Affatato, Sabina Ceriani.

Autore articolo su Nurse24.it

Giacomo Sebastiano Canova